LA VOLTA CHE NON CI INCONTRAMMO - "Una testa a palloncino"

Era una mattina di primavera, difficile da affrontare per una ragazza come CLementina che gia´da tempo aveva rinunciato a molte cose alle quali teneva a causa di una malattia che la colpi´all´alba dei suoi trent´anni.
Quella mattina,  come tutte le mattine negli ultimi tempi cerco´ faticosamente di alzasi dal letto, il  suo sonno era ormai diventato cosi´tanto profondo che le sembrava di risvegliarsi da un lungo letargo. Dormire era diventato  un mezzo per sfuggire alla vita!
Clementina soffriva di attacchi di panico ricorrenti, ed ogni giorno doveva trovare il modo di tenerli a bada per potere affrontare la sua giornata.
Quella mattina subito essersi svegliata, squillo´ il cellulare era Massimo un suo amico fotografo e collega, faticosamente Carolina rispose,  anche lui come lei quella mattina sembrava molto  insonnolito, con voce impasta le chiese di uscire e andare fare colazione insieme per parlare di lavoro. Clementina in quel periodo aveva  paura  di tutto anche delle cose piu´semplici, uscire di casa per andare a comprare il dentrificio poteva diventare una impresa difficilissima, ma come sempre decise di provare ad affrontare la giornata e approfitto´ della telefonata di Massimo.

Massimo, una figura dinoccolata e Clementina con l aria un po´ smarrita, quella mattina si incontrarono  in un bar.
Massimo chiese a Clementina: "Cosa prendi, un caffe ?" Clementina: "Si grazie solo un caffe´". Massimo rivolgendosi al ragazzo del bancone disse:  "Due caffe´per favore". Mentre lui ando´ alla cassa a pagare Clementina rimase al bancone ad attenderlo.
Quando Massimo torno´ i caffe´erano gia´pronti e fumanti nelle loro tazzine e  rivolgendosi a lei le chiese: "Quanto zucchero?". Clementina : "Niente grazie". Mentre Massimo girava  il suo caffe´, Clementina ebbe  la sensazione di avere il solito attacco di panico e comincio´ a fissare i suoi piedi. L'unico modo che conosceva per superare quel brutto momento era concentrasi e fissare un punto. Nel mentre si sta concentrando si accorse di avere  un laccio della scarpa slacciato,  si inginocchio´ goffamente per allacciarselo. Massimo distratto come era non si accorse di nulla, continuava  a girare il suo caffe´ all´infinito,ancora mezzo addormentato, continuava  a parlarle   : ".... ho passato una nottataccia in camera oscura cercando di tirar fuori da quei provini qualcosa che ..."  ma quando si giro´ e  non la vide piu' perche` lei era ancora accovacciata nel tentativo vano di allacciarsi la scarpa,  la prima cosa che penso` era che fosse gia` uscita, quindi bevve velocemente il suo caffe` ed usci` alla ricerca della sua amica/collega scomparsa.
Clementina, nel frattempo, con molta fatica, si rialzo` e voltandosi verso Massimo disse  : " scusa mi stavi dicendo dei provini .... ". Ma non vedendolo  piu´ non solo si agito` ancora di piu` di quanto non lo fosse gia´,  ma venne prese anche  dall´angoscia che avesse sognato tutto, anche la telefonata  e l´appuntamento con il suo amico. 
Appena le sfioro´questo pensiero si paralizzo´, appaggio´ le mani  sul bancone guardando insistentemente il ragazzo, che stava al di la`che freneticamente continuava a prepare caffe´, il quale dopo un po` sentendosi osservato, si giro` verso di lei e  le chiese : " Tutto bene signorina ?".  Clementina aveva gli occhi sbarrati,  non riusciva a parlare,  le mancava l´aria,  si sentiva la gola e la lingua completamente secche,  dopo qualche boccata  a vuoto nel tentativo di rispondegli  le usci´ un suono gutturale come fosse una sorda-muta  e disse :  "Ha visto il ragazzo che era accanto a me?".
Nella frattempo la fila dietro di lei  si era fatta sempre piu´numerosa e il ragazzo anche lui ormai smarrito per le stranezze di Clementina e per tutte le persone che aveva da servire  le rispose : " Di quale ragazzo parla signorina?"
A quel punto Clementina senti´ che la  testa le si stava letteralmente staccando dal corpo, quindi abbraccio` completamente  il  bancone nel tentativo di trattenersi ma, nonostante tutto, la testa si stacco dal suo corpo e prese a volare come un palloncino. Clementina comincio` ad osservare tutta la scena come se fosse in un film: il ragazzo,  gli avventori e la cosa piu´spaventosa, anche se  stessa  abbracciata al bancone.

Massimo nel frattempo rientro` nel bar, con una faccia tutta da descrivere per lo stupore nel non  essere riuscito a ritrovare la sua amica, si fece largo tra le persone e quando vide  Clementina inerme come una statua abbracciata al bancone,  le si avvicino` lentamente e delicatamente le poggio´ una mano  sulla spalla,  chiedendole : " Clementina ma dove ti eri cacciata ?!" Clementina girandosi lentissimamente verso di lui con l´aria di essersi appena svegliata da un orribile incubo gli rispose: "Non lo so! E tu?". Si guardarono negli occhi per quanche secondo e scoppiarono in gran risata.

Carlotta Funari


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